La normativa prevede che tutti gli impianti di un edificio e di conseguenza di ciascuna unità immobiliare siano a norma, in particolare quelli elettrici e di utilizzo del gas (oltre a quelli idrosanitari e termici).
Pertanto la loro posa, così come ogni successiva variazione, deve essere certificata a regola d’arte dalle ditte installatrici, mediante specifiche dichiarazioni di conformità, indispensabili nel caso delle nuove costruzioni o dei lavori di ristrutturazione al fine del conseguimento del nullaosta per l’agibilità.
La dichiarazione garantisce infatti al committente che gli impianti siano realizzati secondo le norme tecniche e il progetto previsto, con materiali idonei e in modo conforme alla regola d’arte, certificandone la sicurezza e la funzionalità.
Cambiare lo scaldabagno
- Sostituzione scaldacqua elettrico con uno a gas metano = – 58% dei costi.
- Sostituzione scaldacqua elettrico con pompa di calore = – 75% dei costi.
- Sostituzione scaldacqua a gas con pompa di calore = – 15/20% dei costi.
Nelle nuove costruzioni, i box auto dovranno avere la presa elettrica con contabilizzazione dei consumi per la ricarica delle batterie dei veicoli elettrici. Una stazione di ricarica domestica però si può aggiungere sempre, senza chiedere un nuovo contatore.
L’Italia importa dall’estero circa l’80% di energia (soprattutto gas), questo significa che il nostro Paese sostiene costi elevati ed è di fatto un soggetto debole di fronte alle crisi geopolitiche tra i paesi dai quali si rifornisce. Tutto ciò e l’emergenza inquinamento hanno portato a stabilire a livello europeo standard sulla produzione di energia rinnovabile elettrica e termica da raggiungere entro il 2030.
È incoraggiante però il dato italiano del 2018 pubblicato da Eurostat: nel mese di gennaio il nostro Paese aveva già superato l’obiettivo 2020 europeo fissato per il consumo di energie rinnovabili. Ma il trend positivo investe soprattutto l’elettricità green; meno brillante invece è il bilancio sul fronte energia termica. Secondo i dati del Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico stilato da Terna, società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel 2020, da gennaio a settembre le fonti rinnovabili hanno coperto il 40% della domanda elettrica (era il 36% nel 2019).
Sostenibilità è allungare la vita delle cose
Si fa un gran parlare di “circolarità” indicando quei prodotti (ma anche servizi e processi produttivi) che evitano l’impiego di fonti fossili, nascono da progetti e fabbricazioni con impiego di pezzi sostituibili e smontabili, e a fine vita reimmettono in circolo materiali e componenti. Pratiche rigenerative: tutto ciò che è naturale (legno, cotone, vetro) torna al mondo organico e tutto quello che è tecnologico rientra nel ciclo dei componenti.
First Step
Second Step
Third Step
Fourth Step
Già dal 1° gennaio 2018 tutti gli edifici oggetto di una ristrutturazione rilevante devono ricavare da fonti rinnovabili il 50% del fabbisogno energetico. E dal 2021 tutti gli edifici, nuovi o soggetti a una ristrutturazione profonda, dovranno adeguarsi allo standard europeo nZEB “ nearly Energy Zero Building-Edifici a Energia Quasi Zero”: altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico, molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia proveniente da fonti rinnovabili, prodotta sul posto. Ma anche laddove non sia richiesta una ristrutturazione di tale entità e non vi siano imposizioni di legge, la riduzione dell’uso di energia e l’approvvigionamento green sono un traguardo che riguarda tutti. E il risparmio economico che ne deriva, tra detrazioni fiscali e tagli delle spese, non può che essere la spinta definitiva a cambiare.